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pozzi di petrolio in Sicilia

Note sull'andamento dell'Economia Siciliana
Aggiornamento al maggio 2005
a cura della Banca d'Italia

C - L’ATTIVITÀ DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI

Il finanziamento dell’economia

Nel 2004 il credito bancario erogato in Sicilia è cresciuto a ritmi sostenuti; a fine anno il tasso di variazione dei prestiti al netto delle sofferenze è stato pari al 10 per cento, a fronte del 7,4 per cento di un anno prima (tav. 4). È proseguito l’allungamento delle scadenze, fenomeno diffuso tra le diverse tipologie di clientela, branche produttive e classi dimensionali; alla fine del 2004 la quota di crediti a medio e lungo termine era pari al 70 per cento del totale, oltre 2 punti percentuali in più del dato dell’anno precedente.

Il positivo andamento dei finanziamenti ha riguardato in misura particolare le famiglie consumatrici (16,4 per cento; fig. 13). I prestiti netti al settore produttivo (società non finanziarie e imprese individuali) sono aumentati del 4,7 per cento. La variazione dei crediti alla pubblica amministrazione, pari al 14,5 per cento, è legata in particolare all’andamento dell’indebitamento a breve termine delle aziende di servizi sanitari (ASL).

Tra l’inizio del 2000 e la fine del 2004 i prestiti al lordo dei crediti in contenzioso, corretti per l’effetto delle operazioni di cartolarizzazione, si sono complessivamente incrementati del 35 per cento, in misura significativamente superiore all’incremento del PIL regionale.

L’ammontare del credito erogato alle famiglie consumatrici a dicembre del 2004è stato superiore di oltre una volta e mezzo la consistenza all’inizio del quinquennio; i prestiti alle imprese sono cresciuti del 23 per cento. Nell’ambito dei settori produttivi, la variazione maggiore si è avuta per le imprese agricole (50 per cento), mentre la debolezza del settore edile nei primi anni del periodo si è riflessa sull’ammontare dei crediti erogati alle imprese del comparto, aumentati di poco meno del 6 per cento.

Il credito bancario in Sicilia si caratterizza in tal modo sempre più per la forte incidenza delle unità di consumo, che complessivamente assorbono oltre il 40 per cento del totale dei prestiti; nel Mezzogiorno lo stesso indicatore è pari al 36 per cento, in Italia a meno del 25 per cento.

La variazione positiva dei finanziamenti alle famiglie consumatrici nel 2004 ha continuato a essere favorita dalla persistenza di tassi di interesse contenuti e dalla vivacità del mercato immobiliare; tali condizioni si sono riflesse, anche per il contestuale aumento dei prezzi degli immobili, nell’andamento particolarmente positivo dei mutui, cresciuti alla fine del 2004 di quasi il 20 per cento rispetto a un anno
prima (fig. 14). Anche i crediti al consumo si sono incrementati in misura sostenuta (15,2 per cento).

Le segnalazioni statistiche per destinazione economica confermano il buon andamento del settore immobiliare; nel 2004 le erogazioni di credito oltre il breve termine destinate a finanziare l’acquisto di immobili da parte delle famiglie (2,1 miliardi di euro) sono cresciute rispetto al 2003 di oltre il 37 per cento.

Complessivamente l’indebitamento bancario delle famiglie in Sicilia è pari a un quinto del PIL regionale, sostanzialmente in linea con il dato riferito all’intero territorio nazionale. Nel confronto con le altre aree del Paese, rileva tuttavia nella regione un più ampio ricorso al credito al consumo, che incide per il 23 per cento sul totale dei crediti alle famiglie e per il 6 per cento sulla spesa complessiva per consumi (dati del 2003).

Nel 2004 la crescita dei prestiti alle imprese si è concentrata nel segmento a medio e a lungo termine, in particolare sui finanziamenti a rientro rateale (9,6 per cento), a fronte di una sostanziale stagnazione degli impieghi con durata inferiore ai 18 mesi.

La quota di indebitamento oltre il breve termine è cresciuta tra il 2000 e il 2004 di oltre 6 punti percentuali, al 55,5 per cento. Per le imprese pubbliche, comprese le aziende municipalizzate e quelle a partecipazione pubblica, la quota oltre i 18 mesi è complessivamente ancora minoritaria, pari a meno di un terzo; per le piccole imprese è di oltre il 60 per cento. Il fenomeno ha consentito tra l’altro alle imprese di stabilizzare le fonti di finanziamento e di ridurre gli oneri finanziari.

Il credito bancario alle imprese di piccole dimensioni (società di persone con meno di 20 addetti e ditte individuali) è cresciuto in misura più elevata, come già nel 2003, rispetto alle altre imprese.

I finanziamenti netti alle imprese agricole, in accelerazione rispetto all’anno precedente, sono cresciuti del 17 per cento, in misura particolarmente accentuata per le scadenze temporali a medio e lungo termine.

Gli impieghi vivi alle società industriali hanno proseguito il trend negativo iniziato alla fine del 2003, registrando una variazione negativa del 7,3 per cento (fig. 15). Il dato è condizionato in misura determinante, come già nell’anno precedente, dall’andamento dei prestiti nel comparto energetico; al netto degli stessi, i finanziamenti all’industria nel 2004 sono aumentati di oltre il 6 per cento.

Il credito delle banche è cresciuto significativamente nei comparti relativi a materiale e forniture elettriche e prodotti alimentari, in quest’ultimo accompagnandosi però a un peggioramento della qualità del credito.

Il credito alle società edili ha ulteriormente rafforzato la ripresa dell’anno precedente, registrando una variazione positiva del 7 per cento, da porre soprattutto in relazione all’andamento dei lavori per opere pubbliche.

L’incremento dei finanziamenti netti alle società del terziario è stato pari al 6 per cento, in decelerazione rispetto alla fine del 2003. È rimasto alto il ritmo di espansione degli impieghi ad alberghi e pubblici esercizi e alle imprese commerciali; in forte calo sono risultati i crediti alle imprese dei servizi dei trasporti marittimi e aerei.

Nel corso del 2004 le erogazioni di finanziamenti oltre il breve termine destinate a investimenti in macchinari e attrezzature si sono ridotte; alla fine dell’anno lo stock era inferiore di un quinto rispetto a dodici mesi prima.

Il trend discendente dell’attività di investimento, riguardante in particolare le imprese manifatturiere, sarebbe stato influenzato dalle prospettive della domanda e dalla minore disponibilità degli interventi agevolativi ex lege 488/92.

Le banche “piccole” e “minori” hanno continuato a registrare una crescita elevata, significativamente superiore a quella degli altri intermediari, sia dei finanziamenti erogati alle società di persone con meno di 20 addetti e alle imprese individuali (12,3 per cento, contro l’8,3 per cento per le banche “grandi”), sia di quelli alle imprese di maggiori dimensioni (rispettivamente 16 e -1,3 per cento). La quota delle banche di minore dimensione sul totale dei prestiti al comparto produttivo è salita al 26,7 per cento, dal 24,4 per cento del dicembre 2003.

Le condizioni di offerta del credito al settore produttivo sono rimaste nel complesso espansive. Nel corso del 2004 il rapporto tra gli utilizzi e gli affidamenti sulle linee di credito a breve termine si è ridotto in media di circa 2,5 punti percentuali, a meno del 59 per cento. Gli sconfinamenti sono stati pari a poco più del 5 per cento degli affidamenti, dal 6,8 per cento del 2003. Alla fine del 2004 il credito complessivamente accordato è aumentato di quasi il 7 per cento rispetto all’anno precedente.

Condizioni più distese si sono registrate in modo diffuso tra le branche di attività produttiva e le classi dimensionali; l’elevata domanda di credito ha determinato rapporti più tesi solo con riferimento alle aziende agricole.

La quota di prestiti garantiti è aumentata di poco più di un punto percentuale, al 32,5 per cento.

I tassi di interesse attivi. – L’analisi delle tendenze dei tassi di interesse richiede cautela, in considerazione delle innovazioni metodologiche apportate alla rilevazione campionaria trimestrale sui tassi di interesse attivi e passivi a partire dal 2004 (cfr. in Appendice la sezione: Note metodologiche).

Alla fine dell’anno il costo medio dei crediti a breve termine erogati in regione è lievemente cresciuto rispetto al primo trimestre, al 7,8 per cento (tav. C7 e fig. 16). In media, nel 2004, il tasso applicato alle famiglie consumatrici è stato pari al 9,5 per cento; per le imprese al 7,7 per cento.

Nell’edilizia il costo medio è prossimo al 10 per cento e più elevato che per le altre branche, a causa del maggiore livello di rischiosità dei prestiti.

Il livello medio dei tassi a breve termine applicati alle imprese in Sicilia è superiore di poco meno di un punto percentuale e mezzo rispetto al dato medio nazionale. In particolare, nel confronto con il Centro Nord, le branche dove si è registrato il maggiore divario sono l’industria e l’edilizia. Il differenziale è risultato più basso sugli affidamenti compresi nelle classi di importo superiore ai 5 milioni di euro.

Come noto, il livello medio dei tassi di interesse è influenzato dalla diversa composizione merceologica e dimensionale della clientela bancaria nelle due aree; in Sicilia sono maggiormente presenti imprese appartenenti a classi dimensionali e settori che anche nel resto del Paese sono caratterizzati da tassi bancari più elevati.

Il livello medio dei tassi praticati sui finanziamenti a medio e lungo termine accesi nel quarto trimestre del 2004 è stato pari al 4,1 per cento, sostanzialmente immutato rispetto al dato riferito al primo trimestre.

Gli intermediari non bancari. – A dicembre del 2004 i finanziamenti erogati a soggetti residenti in Sicilia dagli intermediari iscritti nell’elenco di cui all’art. 107 del Testo Unico bancario sono cresciuti del 15,5 per cento, dal 5,5 per cento di fine 2003 (tav. 5).

I crediti al consumo e quelli connessi all’emissione e gestione di carte di credito hanno registrato gli incrementi maggiori (rispettivamente 30,9 e 20,4 per cento). I finanziamenti relativi a operazioni di leasing sono aumentati del 18,6 per cento, dopo un forte rallentamento nel 2003.

Aggregando i dati degli intermediari finanziari ex art. 107 T.U. a quelli del sistema bancario, risulta che l’ammontare complessivo dei finanziamenti in Sicilia, alla fine del 2004, è aumentato del 9,6 per cento; i mutui hanno contribuito alla crescita per 5,8 punti percentuali, i finanziamenti al consumo per 2,5 punti.

Il rapporto tra i finanziamenti degli intermediari finanziari e i prestiti delle banche è pari a fine anno a circa il 12 per cento.

La situazione finanziaria delle imprese

In base alle informazioni tratte da un campione di imprese siciliane presenti nell’archivio Cerved (cfr. in Appendice la sezione: Note metodologiche), nel 2003 (ultimo anno disponibile) il leverage delle imprese siciliane, misurato dal rapporto tra i debiti finanziari e la somma tra gli stessi e il patrimonio netto, è stato in media pari al 56,7 per cento, in riduzione di 1,7 punti percentuali rispetto a un anno prima (tav.C8).

Le imprese edili e quelle che operano nel commercio sono risultate più indebitate della media. Da un punto di vista dimensionale, le imprese con meno di 15 dipendenti hanno presentato un leverage più alto di oltre un punto percentuale rispetto alle altre imprese.

I debiti finanziari hanno inciso, nel 2003, per il 46,2 per cento sull’indebitamento totale, in riduzione di 3,3 punti percentuali rispetto al 2002. Le imprese fino a 15 dipendenti hanno mostrato un’incidenza dei debiti finanziari (39 per cento) più bassa della media; per le imprese industriali l’incidenza ha raggiunto valori più elevati della media (53,3 per cento).

Il rapporto tra debiti finanziari e valore aggiunto (161 per cento) si è ridotto di 15 punti percentuali nel 2003. L’indicatore risulta più elevato della media, sebbene in forte riduzione, per le imprese industriali e per quelle di piccole dimensioni.

Il peso dei debiti commerciali sui debiti totali (35,7 per cento) è aumentato. Le imprese fino a 15 dipendenti, soprattutto quelle operanti nel settore commerciale, hanno fatto ricorso in modo più ampio all’indebitamento commerciale.

Il credito bancario rappresenta la principale fonte di finanziamento delle imprese siciliane. L’incidenza dei debiti bancari sul totale dei debiti finanziari è aumentata di circa 5 punti percentuali nel 2003, al 72,6 per cento; l’aumento ha riguardato soprattutto le scadenze prolungate.

L’incidenza degli oneri finanziari, al netto dei proventi, sul valore aggiunto è cresciuta di 0,3 punti percentuali, al 7 per cento. L’incidenza è più elevata per le imprese con meno di 15 addetti, anche se il divario rispetto alle imprese più grandi si è ridotto nel corso del 2003.

I prestiti in sofferenza

Nel 2004 il flusso dei crediti bancari divenuti inesigibili è stato pari all’1,4 per cento della consistenza di inizio periodo; alla fine dell’anno l’ammontare dei crediti classificati a sofferenza è aumentato del 2,2 per cento rispetto ai dodici mesi precedenti.

L’indicatore di decadimento dei crediti, che rimane sui livelli più bassi dell’ultimo decennio, è lievemente aumentato rispetto al 2003 (1,3 per cento), segnando un’inversione di tendenza dopo un quinquennio di ininterrotto calo; la crescita è riconducibile all’emergere delle difficoltà legate alla protratta debolezza dell’economia, i cui primi segnali si erano già riscontrati nell’ultima parte dell’anno precedente (fig. 17).

Anche l’andamento dello stock di sofferenze ha invertito un trend decrescente che durava da cinque anni, determinato soprattutto dalle operazioni di cartolarizzazione poste in essere nel periodo. L’aumento è stato del 12,6 per cento sui prestiti alle società industriali (tav. 6); in particolare, le situazioni di insolvenza sono emerse in misura più evidente con riferimento alle aziende operanti nei comparti alimentare, tessile e dei prodotti in metallo. Le sofferenze sui prestiti erogati alle società del terziario sono aumentate di oltre il 5 per cento, in misura più accentuata per il commercio di prodotti alimentari. I crediti in contenzioso con le società di costruzioni e con le famiglie sono aumentati di circa l’1 per cento; in flessione sono risultati quelli relativi alle imprese agricole.

La sostenuta crescita delle erogazioni creditizie ha fatto sì che a dicembre del 2004 l’incidenza delle sofferenze sul totale dei prestiti scendesse ulteriormente, di quasi un punto percentuale rispetto a un anno prima, al 12,4 per cento.

Il rapporto tra sofferenze e prestiti per le società non finanziarie continua a risultare più elevato di quello relativo alle famiglie consumatrici (rispettivamente 12 e 9,9 per cento); nell’ambito dei settori produttivi, le società di persone con meno di 20 addetti e le imprese individuali presentano complessivamente il dato più elevato (21,4 per cento). Nell’industria in senso stretto, sebbene in significativo aumento, si registra il rapporto tra sofferenze e prestiti più basso, favorito da livelli estremamente ridotti del contenzioso con le imprese energetiche.

I crediti verso soggetti in situazione di temporanea difficoltà
(incagli) si sono ridotti di poco meno del 7 per cento; solo nei confronti delle famiglie si è registrato un aumento, pari al 3,4 per cento.

Complessivamente le partite incagliate incidono marginalmente (2,5 per cento) sul totale dei crediti.

Negli ultimi cinque anni, l’ammontare dei crediti in contenzioso con clientela siciliana segnalati dalle banche si è dimezzato e la quota sul totale dei prestiti si è ridotta di oltre 16 punti percentuali. La diminuzione ha riguardato tanto le famiglie quanto le imprese e, nell’ambito di queste ultime, tutte le principali branche di attività economica (fig. 18).

Nello stesso periodo si è avuta anche una forte riduzione del flusso dei crediti ogni anno divenuti inesigibili; gli stessi sono stati complessivamente pari a 1,8 miliardi di euro, nei cinque anni precedenti erano ammontati a 5 miliardi di euro. Il tasso di decadimento dei crediti è stato in media pari all’1,4 per cento annuo, a fronte del 4,3 per cento nel periodo precedente.

La positiva evoluzione nel periodo è riconducibile in gran parte al miglioramento della situazione congiunturale e alle operazioni di cessione e cartolarizzazione effettuate nel periodo; possono aver inciso i progressi nei processi di valutazione del merito di credito da parte del sistema bancario.

In particolare, anche neutralizzando l’effetto delle operazioni di cessione e cartolarizzazione, l’ammontare di sofferenze a fine 2004 risulta solo di poco superiore ai valori di inizio quinquennio, con una crescita totale inferiore al 2 per cento.

La raccolta bancaria e la gestione del risparmio

Nel 2004 la raccolta bancaria in Sicilia è aumentata del 2,5 per cento, in leggera ripresa dopo il modesto incremento dell’anno precedente (1,4 per cento; tav. 7).

In particolare ha continuato ad aumentare la raccolta proveniente dalle imprese (6,3 per cento; fig. 19) e soprattutto dalle amministrazioni pubbliche (81,8 per cento). In leggera flessione la raccolta proveniente dalle famiglie consumatrici (-0,3 per cento).

Nell’anno è proseguita la tendenza da parte dei risparmiatori siciliani a detenere forme di raccolta più liquide, come già avvenuto nel 2003. La raccolta obbligazionaria ha accentuato la flessione iniziata l’anno precedente, diminuendo del 5,7 per cento; viceversa sono aumentati in misura sostenuta i depositi in conto corrente (11,5 per cento) e i pronti contro termine (9,1 per cento); più modesta è risultata la crescita dei depositi a risparmio (1,1 per cento).

Nel quinquennio che va dal 2000 al 2004 la raccolta bancaria in Sicilia è aumentata del 15,9 per cento; si è registrata una crescente preferenza da parte dei risparmiatori della regione verso la raccolta a breve termine, aumentata del 28,1 per cento, rispetto a quella a medio e lungo termine, diminuita del 5,8 per cento. In particolare, si è registrata una consistente crescita dei depositi in conto corrente (62,5 per cento), a fronte di una lieve flessione della raccolta obbligazionaria (-0,6 per cento). I conti correnti costituiscono quasi la metà della raccolta bancaria complessiva, le obbligazioni circa un quarto; sempre più marginale è la quota rappresentata dai certificati di deposito, passata nel periodo in esame dall’11,2 al 5,3 per cento.

Nel 2004 è proseguita la flessione dell’ammontare nominale dei titoli in deposito presso le banche (-1,9 per cento), seppur in misura meno accentuata rispetto all’anno precedente (-4,3 per cento).

Il calo è dovuto all’andamento dei titoli a custodia e in amministrazione, diminuiti del 2,1 per cento. In particolare sono calati in maniera consistente gli investimenti diretti dei risparmiatori in obbligazioni (-14,9 per cento); in aumento è risultato l’interesse per i titoli di Stato italiani (3,4 per cento) e per gli investimenti azionari (4,8 per cento). Le gestioni patrimoniali sono risultate in leggera crescita (0,5 per cento).

Nel corso dell’anno è proseguita in misura significativa l’attività di collocamento allo sportello di polizze assicurative, in particolare polizze index linked.

I tassi di interesse passivi. – Nell’ultimo trimestre del 2004 la remunerazione media dei conti correnti passivi della clientela siciliana è stata pari allo 0,8 per cento, sostanzialmente invariata rispetto al dato di inizio anno.

Il tasso medio riconosciuto sui conti correnti delle famiglie consumatrici è stato dello 0,6 per cento, inferiore di circa 0,2 punti percentuali a quello applicato alle imprese.

La forbice tra i tassi riconosciuti alle famiglie sui conti correnti compresi nella classe d’importo superiore a 250.000 euro e su quelli fino a 10.000 euro, pari a poco meno di 0,9 punti percentuali, è lievemente diminuita rispetto a inizio anno.

Nel 2004, il livello medio dei tassi passivi in Sicilia è stato sostanzialmente in linea con quello relativo all’intero territorio nazionale.

La struttura del sistema creditizio regionale

A fine 2004 il numero complessivo delle banche presenti in Sicilia (66 enti) è rimasto invariato rispetto all’anno precedente (fig. 20 e tav. C9); la crescita di un’unità delle banche extraregionali ha compensato l’uscita dal mercato di una banca di credito cooperativo siciliana, dapprima posta in amministrazione straordinaria e poi assorbita da una banca regionale della stessa categoria. Tale operazione è stata l’unica aggregazione nel 2004 che ha interessato un intermediario con sede in Sicilia, con un peso peraltro trascurabile nel mercato regionale complessivo (tav. C10). Il numero degli enti con sede in Sicilia si è pertanto ulteriormente ridotto, attestandosi a 34 banche.

Alla fine degli anni ottanta il numero di banche siciliane era superiore a 90; successivamente si è registrata una costante riduzione degli intermediari siciliani, diversamente da quanto avvenuto per le banche extraregionali, che nello stesso periodo hanno quasi triplicato la loro presenza nella regione (da 12 a 32). Hanno sede in Sicilia inoltre 60 intermediari finanziari iscritti all’elenco ex art. 106 del Testo unico bancario, di cui solo uno iscritto anche ex art. 107; il numero di tali intermediari è stato in costante lieve flessione nell’ultimo triennio.

Attualmente, delle 34 banche regionali, 5 sono società per azioni tutte facenti parte di gruppi bancari con sede nel Centro Nord; le altre sono in prevalenza banche di credito cooperativo, che operano soprattutto nei comuni di più piccole dimensioni.

Nel corso del 2004 il numero di sportelli bancari insediati in Siciliaè aumentato di 28 unità; la crescita, che ha riguardato soprattutto gli intermediari extraregionali, ha invertito il trend negativo del biennio precedente.

È rimasta invariata rispetto all’anno scorso la percentuale dei comuni serviti da almeno uno sportello bancario (87,2 per cento); è cresciuta invece la quota dei comuni in Sicilia con almeno 5 sportelli, dal 16,4 al 17,2 per cento, che rappresentano quasi i due terzi della popolazione complessiva regionale (tav. C11).

La popolazione media per sportello in Sicilia è di 2.911 unità, in leggera riduzione rispetto all’anno precedente; il rapporto tra sportelli e PIL non differisce sostanzialmente da quello nazionale.

Nel corso del 2004 ha continuato ad aumentare il numero degli utenti di servizi telematici, pur se a ritmi meno sostenuti rispetto a quantoè accaduto negli anni precedenti. In particolare, l’home e corporate banking è cresciuto per effetto essenzialmente del maggior numero di famiglie aderenti ai servizi offerti tramite la rete Internet.

A fine 2004 erano operative in Sicilia 1.884 apparecchiature ATM, che hanno assunto ormai da tempo una diffusione più numerosa degli sportelli (1.707); in leggera crescita è risultata la diffusione dei POS di emanazione bancaria.

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