CASTELLO
DI DONNAFUGATA
CASTELLO
DI DONNAFUGATA
Il
nome, di origine araba, trae in inganno. Non è,
come potrebbe sembrare, una dama fuggita da chissà
quale marito o padre tiranno, non una di quelle leggende
che vivono nella fantasia popolare, ma la libera interpretazione
e trascrizione di Ayn as Jafat (Fonte della Salute) che
in "siciliano" diviene Ronnafuata e poi il nome
attuale.
Le origini del castello sono invece più recenti
del toponimo e risalgono, nel nucleo iniziale (la torre
quadrata è uno di questi primi edifici), alla metà
del XVII sec., quando il feudo di Donnafugata viene acquistato
da Vincenzo Arezzo La Rocca. La costruzione viene continuamente
rimaneggiata fino agli inizi del XX sec, quando Corrado
Arezzo trasforma la facciata come oggi possiamo vederla.
L'aspetto esterno colpisce per l'elegante loggia in stile
gotico-veneziano che troneggia al centro della facciata
principale. Gli archi trilobati divengono il motivo ricorrente
delle bifore di tutto l'edificio.
IL
PARCO
Grande,
ombreggiato nel primo tratto da grandi ficus magnolioides,
poi da altre specie mediterranee e esotiche (succulente,
pini marittimi), nasconde alcune "distrazioni"
che dovevano allietare e divertire gli ospiti, come il
tempietto circolare e la Coffee House (per dare ristoro)
o il labirinto in pietra ed alcune "grotte"
artificiali dotate di finte stalattiti (sotto il tempietto).
LA
RESIDENZA
Si
visita il Piano Nobile. In cima allo scalone in pietra
pece, ornato da statue neoclassiche, si trova il Salone
degli Stemmi, così chiamato per le insegne nobiliari
delle grandi famiglie siciliane dipinte alle pareti. Tra
le stanze, alcune delle quali presentano bei soffitti
dipinti a delicati trompe-l'oeil, emergono il Salone degli
Specchi, ornato da stucchi, le Sale dei Biliardo e della
Musica, con alle pareti trompe-l'oeil con vedute paesaggistiche
e la stanza da letto della Principessa di
Navarra, con un bel pavimento in pietra pece e bianco
calcare, ove si narra che la
principessa Bianca sarebbe stata tenuta segregata dal
Conte Cabrera (leggenda
anacronistica, visto che la principessa visse nel XIV
sec.). La Stanza delle Signore ed il Fumoir hanno un bel
decoro che, nel secondo caso, si arricchisce di motivi
che richiamano la funzione dell'ambiente con pipe sulla
carta da parati e, sul soffitto, carte dipinte nei medaglioni
e bei pavoni agli angoli.
Nel castello sono state girate scene di alcuni film famosi,
come l'episodio La Giara
del film Kaos, dei fratelli Taviani.