Museo
Archeologico
Gela, Corso Vittorio Emanuele 1
Tel. +39 0933 912626
Mappa
del Museo
Mappa
di Gela
Tour
Virtuale del Museo
Aperto
tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.
Ingresso Lire 4000 (ingresso gratuito per i cittadini
della Comunità Europea di età inferiore
ai 18 anni e superiore ai 60 anni).
SERVIZI:
Biblioteca
Vietato l'uso del flash
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La
sede museale è un edificio realizzato negli
anni Cinquanta. Nel 1984, dopo la realizzazione di lavori
di ampliamento resi necessari per l'incremento dei materiali
da esporre, il Museo venne riaperto con un nuovo allestimento.
Gli ultimi interventi effettuati a partire dal 1995 lo
hanno interamente rinnovato nei percorsi espositivi e
negli apparati didattici e didascalici.
Il
museo illustra attraverso reperti ceramici, bronzei
e numismatici, la storia di Gela antica e del territorio
ad essa connesso, dall'età preistorica all'età
medievale.
Gela fu la prima colonia rodio-cretese fondata
in Sicilia, secondo Tucidide, nel 689-688 a.C. La città
divenne ben presto una delle più importanti dell'isola
fino a rivaleggiare con la stessa Siracusa.
Le sue mire espansibnistiche per il controllo del territorio
la portarono a fondare nel 581 a. C. Akragas (Agrigento),
e successivamente ad estendere il proprio dominio fino
allo Stretto.
Dopo la metà del V sec. iniziò il suo declino.
Nel 405 a.C. fu conquistata e distrutta dai Cartaginesi.
Ricostruita nel IV sec. a.C., fu successivamente oggetto
di attacchi da parte di Siracusa, fin quando tra il 285
e il 282 a.C. fu distrutta dal tiranno agrigentino Phintias
che trasferì i suoi abitanti presso Licata dove
nacque una nuova città chiamata Phintiade.
Le
collezioni. Il nucleo più antico è costituito
dalle collezioni Navarra e Nocera. La prima, acquistata
negli anni Cinquanta dal museo, comprende un cospicuo
numero di vasi corinzi ed attici a figure nere e a figure
rosse, provenienti dagli scavi clandestini delle necropoli
e raccolti alla fine dell'Ottocento dal barone Giuseppe
Navarra. Tra i vasi attici a figure nere (fine VI, inizi
V sec. a.C.) si ritrovano opere attribuite al Pittore
di Gela e al Pittore di Eucharides, e molte lekythoi
della "classe di Phanillys".
Tra i vasi attici a figure rosse (prima metà del
V sec. a.C.) sono esposti quelli del Pittore di Edimburgo,
del Pittore di Boreas, del Pittore della Phiale di Boston,
del Pittore dei Porci, del Pittore di Berlino e del Pittore
di Brygos. Si tratta di opere di grandi ceramografi (decoratori
di oggetti in terracotta) attici giunte a Gela con navi
mercantili.
Il relitto di una di queste imbarcazioni è stato
ritrovato di fronte alla costa ed ha consentito di ricavare
dati fondamentali per lo studio dell'architettura navale
antica e dei traffici commerciali che l'antica colonia
intratteneva con le altre città della Grecia.
L'ordinamento
è di tipo cronologico e si articola in otto grandi
sezioni, nelle quali l'esposizione è associata
a materiale didattico e didascalico.