La
letteratura è una vera e propria isola felice per
l'ispirazione e la fantasia personali, ma anche il regno
deputato della lingua, della storia, dell'arte e della scienza
dove essa è prodotta.
Meritatamente,
essa ha sempre avuto e sempre avrà un ruolo importantissimo
di testimonianza degli usi e costumi e della conoscenza
di un popolo specifico grazie ai geni che la creano con
il loro attento lavoro, non solo di fantasia ma anche di
ricostruzione culturale.
Un
sistema per conservare, rivalutare e recuperare il patrimonio
letterario è la creazione di Parchi Letterari,
un nuovo modo di intendere la letteratura immersa nel luogo,
di riviverla in prima persona nel territorio specifico dell'ispirazione
che l'ha determinata ed in cui essa è stata creata.
I
Parchi Letterari partono spesso da spunti semplici
come un racconto per aiutare ad apprezzare meglio le produzioni
letterarie, sono un ideale luogo della memoria di alcuni
geni letterari, permettono di conservare gli aspetti più
genuini del territorio di provenienza e di nascita delle
opere d'arte letteraria.
La Sicilia è la patria
di alcuni importanti scrittori che hanno saputo conquistarsi
la fama mondiale, uomini illustri che meritano ammirazione
e rispetto.
Nel quadro generale dell'attuale esigenza di rivalutare
e preservare tutto ciò che di bello è stato
prodotto dal genio umano, anche in Sicilia sono nati dei
Parchi Letterari celebrativi del lavoro di tali uomini
illustri e di tutto ciò che lo ha ispirato come l'arte,
il paesaggio, la storia, le tradizioni ed i sapori.
Attuare
un viaggio ideale tra i Parchi Letterari isolani
vuol dire apprezzare autori celebri ad esempio del calibro
di Salvatore Quasimodo e Luigi Pirandello,
vuol dire apprezzare meglio gli oggetti e prodotti tipici
della Sicilia cari a tali autori, conoscere meglio gli avvenimenti
storici e le tematiche che hanno ispirato tali geni di indiscutibile
fama.
Luigi
Pirandello (www.parcopirandello.it)
nacque a Girgenti, l'odierna Agrigento, nel 1867 e morì
a Roma nel 1936. L'autore premio Nobel per la letteratura
nel 1934, degnamente ricordato per la sua visione amara
della vita, per la sua estrema attenzione all'uomo che rappresenta
come un solitario dall'esistenza amara e soffocante, si
ricorda anche per produzioni letterarie celebri come "Il
fu Mattia Pascal" dove mostra la sua amara visione
del mondo, "Sei personaggi in cerca d'autore",
"Ciascuno a suo modo" e "Questa sera si recita
a soggetto" - tre opere che rappresentano degnamente
l'analisi pirandelliana dello stretto legame tra finzione
e realtà -, "Uno, nessuno e centomila"
e "L'uomo dal fiore in bocca".
Il
suo stretto legame con la sua terra e con l'ambiente che
lo circonda è testimoniato dal fatto che creò
dei personaggi che quasi ricalcano persone reali presenti
nel contesto sociale siciliano e romano, cioè rappresentanti
del mondo popolare e contadino. oltre a quello borghese
dal quale egli stesso proveniva e nel quale si era immerso
dopo il suo trasferimento a Roma.
Questo stretto legame è testimoniato inoltre dal
fatto che, nel rispetto delle sue volontà, le sue
ceneri sono conservate presso il pino cresciuto vicino la
sua casa natale presente nel quartiere Caos, il fulcro del
Parco Letterario a lui dedicato di prossima costituzione.
Tale Parco Letterario comprenderà, inoltre, vari
luoghi, cioè quelli propri della stessa terra d'origine
dell'autore come Agrigento, Porto Empedocle e i comuni limitrofi.
Per apprezzare meglio i luoghi cari all'autore e le sue
produzioni si stanno organizzando anche degli itinerari
culturali e teatrali da attuarsi anche grazie all'ausilio
di mappe, filmati e fotografie.
Stefano
D'Arrigo (www.horcynusorca.it)
nacque nel 1919 ad Alì - Me - e morì nel 1992
a Roma.
Completati
gli studi universitari a Messina, si trasferì a Roma
dove lavorò come giornalista per "Il Tempo"
e "Giornale d'Italia". Scrittore attivo, tra le
sue opere maggiori si può citare inizialmente "Codice
Siciliano", una raccolta di poesie redatta nel 1957
dal chiaro tono ermetico-surrealista dove il tema dell'emigrazione
è tratto come qualcosa di intrinseco nel destino
della Sicilia.
"Horcynus Orca" è una sua opera redatta
per la prima volta col titolo "I giorni della fera"
e pubblicata una seconda volta nel 1975 col nuovo titolo.
Essa è ambientata nell'ottobre del 1943 devastato
dalla guerra. Qui si parla del viaggio di ritorno di 'Ndrja
Cambria, un esponente della Marina, nella sua Sicilia natale.
L'opera si presenta con un linguaggio particolare costruito
attraverso una sapiente unione di dialetto siciliano ed
italiano colto.
Infine,
si può citare "Cima delle nobildonne",
un romanzo redatto nel 1985.
Il Parco Letterario dedicato a questo autore permette di
attuare vari percorsi etnografici, subacquei, letterari
e multimediali.
Collocato
tra la provincia di Messina e di Reggio Calabria, il Parco
può esser meritatamente considerato un interessante
Centro Multimediale dove si possono assistere a delle simulazioni
e dove si possono ammirare delle fotografie ed immagini
riprodotte da telecamere. Al suo interno sono presenti anche
una interessante Biblioteca dedicata al mare, Laboratori
di scrittura e lettura, una Mostra Archeologica e dei Laboratori
di Scienze della Terra e di Ecologia Marina.
Salvatore
Quasimodo (www.salvatore-quasimodo.it)
nacque a Modica - Rg - nel 1901 e morì a Napoli il
1968.
Figlio
di un ferroviere e dunque conoscitore sin da bambino della
vita raminga da esule propria di chi deve spostarsi per
seguire i trasferimenti lavorativi dei genitori, Quasimodo
va ricordato per aver ricevuto il Premio Nobel per la letteratura
nel 1959, per la sua attività di poeta che lo portò
a creare veri capolavori come "Ed è subito sera",
"La terra impareggiabile" e "Giorno dopo
giorno" e per la sua ingente attività di traduttore
di alcuni classici come le opere di Omero, Catullo, Shakespeare
e Neruda.
L'autore
visse i primi anni della sua vita a Modica, ma altre città
isolane sono a lui care, a partire da Roccalumera - Me -,
la città natale della sua famiglia. Il poeta conobbe
altre città visto che seguì la famiglia costretta
a spostarsi a causa del lavoro del padre, e conobbe anche
altre città italiane come Roma e Reggio Calabria
grazie al suo lavoro di impiegato del Genio Civile. Il rapporto
tra Quasimodo e la sua terra è amorevole: la sua
terra gli natale gli ha dedicato un Parco Letterario a testimonianza
del proprio affetto, ed il Poeta ricambia con dei sentimenti
nostalgici riscontrabili soprattutto all'inizio della sua
carriera quando la Sicilia era vista come la terra del sogno
romantico e con degli splendidi versi dedicati ad alcuni
luoghi isolani come Tindari e le coste isolane.
Modica
ricorda il suo celebre abitante attraverso la conservazione,
la manutenzione e la fruizione al pubblico della Casa Natale
del Poeta e con il Parco Letterario vero e proprio dove
alcuni pannelli riproducono visivamente le sue poesie che
verranno declamate dalla voce dello stesso autore grazie
all'ausilio di cassette.
Una
ulteriore tappa per conoscere ed apprezzare meglio l'autore
di celebri raccolte di poesie come "Acque e tesse"
ed "Oboe sommerso" si può attuare presso
la Torre Saracena presente a Roccalumera.
Giuseppe
Tommasi di Lampedusa, aristocratico di nascita visto
che apparteneva alla famiglia dei Principi di Lampedusa
e Duchi di Palma e Montechiaro, amante dei viaggi per vocazione,
passione che lo portò a conoscere buona parte dell'Europa,
nacque a Palermo nel 1896 e morì a Roma nel 1957.
Egli
si ricorda soprattutto come autore dell'unico romanzo che
gli ha concesso una fama notevole, cioè il celebre
"Gattopardo", opera che fu pubblicata postuma
nel 1958, un libro che ha conosciuto molteplici traduzioni
e che è stato la fonte d'ispirazione per l'omonimo
film diretto da Luchino Visconti ed interpretato da Burt
Lancaster, Claudia Cardinale e Alain Delon.
L'opera
letteraria parla del lento ma inesorabile declino di tutta
una generazione di nobiltà isolana e del mondo borbonico
in generale, una fine inevitabile accettata con pessimismo
dal principe Fabrizio di Salina, protagonista principale
dell'opera.
Il Parco Letterario dedicato a questo singolare scrittore
siciliano comprende la città di nascita dell'autore
e d'ispirazione della sua opera, cioè Palermo, Santa
Margherita del Belice, città sviluppata all'interno
della provincia di Agrigento dove l'autore trascorse felicemente
parte della sua vita, e Palma di Montechiaro, luogo deputato
a feudo di famiglia.
Palermo
è la città cupa e quasi oppressa dalla imponente
presenza di innumerevoli conventi e che meglio delle altre
rappresenta il declino inesorabile vissuto dall'autore in
prima persona e poi dal suo protagonista. Santa Margherita
del Belice rappresenta il luogo dei ricordi felici legati
alla vita dell'autore e sede di un imponente Palazzo di
proprietà della famiglia ed oggi sede ufficiale del
Parco. Infine, Palma di Montechiaro è la sede del
Palazzo Ducale che ospiterà una Mostra di oggetti
vari legati sempre alla nobile famiglia dell'autore.
L'impegnato
scrittore Leonardo Sciascia nacque a Racalmuto -
Ag - nel 1921 e morì a Palermo nel 1989. Per qualche
anno l'autore di celebri saggi e romanzi come "Morte
dell'Inquisitore" e "A ciascuno il suo" lavorò
come insegnante e si dedicò direttamente alla politica.
Il suo stretto legame con la Sicilia è testimoniato
dal fatto che l'isola è sempre presente nelle sue
opere come la terra delle Parrocchie, degli Inquisitori,
di vicende storiche devastanti come le numerose invasioni
subite, come il teatro di un eterno mal governo. L'autore
non cesserà mai di denunciare le contraddizioni tipiche
del mondo siciliano. Si ricorda, a tal proposito, "Il
giorno della civetta" dove si tratta il tema della
Mafia attraverso il dualismo tra il vecchio mafioso Don
Mariano e l'ufficiale dei Carabinieri Bellodi.
Nonostante
tutto, Sciascia non si stancherà di rappresentare
l'uomo siciliano a volte non privo di dignità ed
orgoglio, consapevole di dover lottare duramente per dimostrare
che, nonostante tutto e tutti, ha delle belle qualità
da poter comunicare.
Il
Parco Letterario a lui dedicato è suddividibile in
vari itinerari.
Il primo riguarda Racalmuto e Caltanissetta, dove sono visitabili
i luoghi d'origine cari all'autore come la sua casa natale
presente a Racalmuto e la zona del mercato presente nella
seconda città.
Il
secondo itinerario riguarda le miniere di zolfo e le saline.
Le zolfare sono un tema caro a Sciascia, come dimostra il
suo racconto "La paga del sabato".
In tale racconto si dimostra come l'industria siciliana
dello zolfo è decadente e come tale mondo rappresenta
l'alienazione tipica dell'uomo ed i tristi temi di sfruttamento
e disfunzione.
Il
terzo itinerario riguarda le feste popolari e religiose
che si svolgono durante l'anno nei comuni limitrofi alla
città natale dell'autore. Ciò mostra la visione
religiosa particolare posseduta dall'autore. Per lui il
popolo siciliano è molto più vicino ai Santi
che ad un unico, vero e proprio Dio cattolico e che il popolo
siciliano non potrà mai attuare una vera e propria
rivoluzione civile senza prima attuarne una religiosa.
Il
quarto ed ultimo itinerario si attua con dei viaggi in treno
che ripercorrono le stesse vie percorse dall'autore quando
era ancora bambino. Il viaggio è utile per apprezzare
ancora di più il fascino tipico delle terre siciliane
che tanto hanno influito sulla crescita letteraria dell'autore.
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