SCICLI
Scicli
(24 km da Ragusa; 25 255 abitanti; 106 m s.l.m.; CAP 97018;
prefisso tel. 0932).
Scicli è una elegante cittadina
situata in una ampia vallata fra delle colline rocciose,
alla confluenza di tre valloni: quello di S. Bartolomeo,
quello di S. Maria La Nova e la fiumara di Modica.
La veste settecentesca che caratterizza
la città, è conseguenza dell'infausto terremoto
del 1693, che sconvolse gran parte della Sicilia. I principi
barocchi applicati nella ricostruzione e fondati sulla ricerca
di spazi e di effetti illusionistici, ottenuti con la sapiente
disposizione degli edifici, delle chiese e della pianta
urbana, hanno creato quel piccolo gioiello barocco che è
Scicli oggi.
TURISMO
Un
tempo di dominio arabo (864), passò poi in mano normanna
cosi come ricorda il Santuario della Madonna delle Milizie
a circa 1,5 km di distanza da Scicli, verso la costa.
La
visita del piccolo centro può iniziare da piazza Italia
dove, oltre ai bei palazzi settecenteschi sorge la Chiesa
Madre della Madonna delle Milizie, in stile barocco, ricca
di stucchi dorati e affreschi. Da sottolineare la Madonna
delle Milizie, un'opera in cartapesta rappresentante la
lotta contro i Saraceni.
Passiamo
poi alla Chiesa di San Bartolomeo del XV secolo, il cui
interno ci permette di ammirare un presepe ligneo del 1573
ma rinnovato in epoca successiva.
Palazzo
Beneventano risulta essere uno dei monumenti barocchi più
significativi dell'intero ragusano.
Da
ricordare sono anche il Complesso monastico dei Carmelitani,
risalente al 1386, e la Chiesa di Santa Maria La Nova in
stile neoclassico ma risalente al XV secolo.
Altre
chiese sono quelle di San Matteo, molto suggestiva, e della
Croce.
STORIA
Le origini della città
sono antichissime ed incerte. L'ipotesi piú logica è
che il nome possa derivare da Siclis, appellativo etnico
dei primi sicuri abitatori di queste lande, I Siculi, popolo
proveniente dall'Illiria e che, dopo un breve stanziamento
nel Lazio é stato costretto a scendere in Sicilia intomo
all'anno 1.000 a.C..
La
primitiva città sorse sul colle, detto oggi di San
Matteo, dove si notano ancora dei sepolcreti scavati nella
roccia e coperti poi con lastre di pietra. Sul questo colle
sono ancora visibili le rovine del castello e della torre
triangolare, che servì quasi sicuramente come mezzo di difesa
contro le invasioni elleniche.
Notevoli
sono le testimonianze greche nel territorio, come lapidi,
sepolcri, resti di un abitato greco presso la foce dell'lrminio,
frammenti fittili ecc. Accanto a questi resti si rinvengono
inoltre tracce cartaginesi, fino alla conquista romana,
quando Scicli, fra le altre settantadue città della
provincia di Sicilia fu conquistata e costretta a pagare
la decima parte delle sue entrate e perciò chiamata "decumana".
Anche
del periodo romano si conservano reperti, specie verso la
foce dell'lrminio, dove sono stati trovati alcuni ambienti
con pavimento.
Come
tutte le città siciliane, anche Scicli dopo la caduta dell'lmpero
Romano d'occidente cadde sotto la dominazione bizantina
e subì le incursioni dei barbari.
Durante
la dominazione araba la città prese il nome di Sikla.
Dopo
questo feroce periodo di conquista, per le città
siciliane comincia un periodo di sviluppo agricolo e commerciale
molto intenso, durante il quale Scicli godette di una eccezionale
prosperità, tanto che lo storico arabo Edrisi nel
suo libro esaltó la prosperitá economica della cittá di
Scicli e delle sue campagne.
Ai
Saraceni successero i Normanni, che introdussero il sistema
feudale, già diffuso altrove e Scicli ed altre città
vicine furono considerate come cittá demaniali.
Anche
sotto gli Svevi, succeduti ai Normanni, Scicli conservó
il privilegio di cittá demaniale ed ebbe da Federico II
il motto araldico "Urbs inclita e vittoriosa".
Così
la città segue la storia della Sicilia e con la fine
della casa sveva cade sotto la dominazione agioina; ma il
5 aprile 1282, dopo lo scoppio dei famosi Vespri siciliani,
anche Scicli cacciò il presidio francese e si pose
sotto la protezione di Pietro d'Aragona.
Fu
sotto la dominazione aragonese che si formò la contea
di Modica, e Scicli ne venne a far parte, seguendone le
sorti sotto i Mosca, i Chiaramonte ed i Cabrera.
Da
ricordare in questo periodo l'evento più funesto
e catastrofico: il terremoto del 1693 che fece a Scicli
circa 2000 morti e distrusse quasi completamente la cittá.
Negli
anni successivi Scicli segui le sorti di tutta la Sicilia
e in modo particolare della contea di Modica.
Il
periodo dell'annessione all'ltalia fu importante per la
città in quanto nel giugno del 1860 il popolo di
Scicli proclamò, e fu il primo plebiscito siciliano
dopo la vittoria garibaldina, l'annessione al Piemonte con
Garibaldi dittatore supremo dell'isola.
ECONOMIA
L'economia
di Scicli è basata quasi esclusivamente sull'agricoltura
intensiva e sulla produzione di primaticci.
La
coltivazione in serre, di cui tutta la fascia costiera è
coperta, sta raggiungendo il primo posto fra le risorse
economiche della città e della provincia.
Oltre
ai primaticci e alla serricoltura, particolare importanza
riveste anche la produzione di agrumi, olio carrubbe, vino
e in quest'ultimo periodo anche di fiori.
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