Per
pochi altri posti come per la Sicilia parlare di cucina
e' iniziare un viaggio dentro il viaggio, incontrando piatti
che dischiudono prospettive di tempo e suggeriscono immagini
di luoghi. Cucina ricca di prodotti fragranti, sapori che
stanno, cosi' come la posizione geografica dell'isola, in
un delizioso equilibrio tra terra e mare. Una cultura gastronomica
iscritta nella tradizione mediterranea, concetto
che trova in questo caso tra le piu' elevate realizzazioni.
In Sicilia la varieta' di piatti e' ricca di prodotti, spezie
e profumi che testimoniano quanto l'isola si sia, da secoli,
trovata al centro di mire e attenzioni di popoli di ogni
dove. Le tante dominazioni hanno lasciato monumenti e ruderi
a ricordo del loro passato splendore, hanno profondamente
segnato il paesaggio con le colture introdotte e seminato
tracce in abitudini e modi di vita facilmente riscontrabili
ancora ai giorni nostri soprattutto in cucina. Un passato
cosi' ricco non poteva che lasciare in eredita' un panorama
variegato di testimonianze e la gastronomia non e' da meno.
Non
e' possibile parlare di cucina siciliana come di un'unica
entita': le diversita' originate dalle differenti influenze
culturali si sono incrociate con quelle determinate dalla
diversita' tra cucina della costa e dell'interno; due mondi
ancora lontani, ma tra i quali, a causa delle difficolta'
di spostamento, esisteva un tempo un solco profondo. Pensare
alla tradizione gastronomica siciliana e' allora come immaginare
una tavolozza di colori, tonalita' forti, accanto a tinte
sfumate, un gioco di richiami e di rimandi suggestivi piu'
che decifrabili. Si puo' sicuramente accennare qualche linea
interpretativa certi del piacevole spiazzamento che la realta'
sapra' offrire.
Come
in tutte le cucine povere e' ad esempio ricorrente l'abitudine
del piatto unico; le paste di vario tipo e cucinate
in modi diversi, arricchite dai prodotti del posto finiscono
col diventare l'intero pasto. E' il caso della pasta
con le sarde, piatto che da Palermo si e' diffuso
ovunque sull'isola; delle paste con ortaggi e legumi dell'interno;
delle varie paste al forno quali la pasta 'ncaciata
messinese, per giungere alle varianti ricche di echi culturali
come la catanese pasta alla Norma (con pomodoro,
melanzane e ricotta salata).
Prima
ancora della pasta e' pero' il pane ad assolvere questa
funzione nutritiva. I tanti tipi di pane di cui la Sicilia
e' ricca si sono sempre accompagnati a quanto la zona offriva,
olio, origano e pomodoro per il piu' diffuso pane
cunsato (condito), da consumarsi caldo, appena sfornato
al piu' insolito pane ca' meusa crostino con
la milza venduto sulle bancarelle per le strade di Palermo.
La
familiarita' con i prodotti naturali ed una semplicita'
di fondo e' cio' che ancor oggi piu' caratterizza la cucina
della parte orientale dell'isola, culla della Magna Grecia.
E' facile riscontrare analogie con la cucina dell'interno
segnata da abitudini contadine e caratterizzata dall'utilizzo
di verdure ed ortaggi. La melanzana ne e' un esempio
significativo, da essa traggono origine piatti appetitosi
fino a giungere alla sua glorificazione nella parmigiana.
I
prodotti della pastorizia hanno un posto di rilievo, mentre
il consumo della carne e' un'eccezione spesso riservata
alla festa. La preparazione piu' comune e' alla brace, vengono
utilizzati soprattutto il maiale, ma ancor piu' l'appetitoso
castrato.
Nella
parte occidentale segnata dall'influsso arabo e dalle tradizioni
di corte, la cucina si fa piu' ricca, ricercata e dai contrasti
insoliti. In analogia al paesaggio, all'austera semplicita'
dei templi greci si sostituiscono le raffinatezze da "mille
e una notte" della Palermo araba e la sovrabbondanza dell'architettura
degli edifici barocchi. La caponata di melanzane
e' un esempio di come diversamente vengano elaborate le
verdure, il falsomagro (grosso rotolo di carne
con ripieno di prosciutto, formaggio e uova) o gli involtini
alla palermitana (ripieni di pangrattato, uva passa,
pinoli, formaggio e aromatizzati con alloro e cipolla),
lo sono per le carni, le sarde a beccafico
(con pangrattato, limone, pinoli) per i pesci. Piatti la
cui complessita' aveva anzitutto
la funzione di ostentare ricchezza. Non manca tuttavia anche
nelle grandi citta' una cucina d'ispirazione popolare, cucine
di strada come friggitorie, forni e bancarelle che offrono
ogni sorta di piatti a tutte le ore (sfinciuni e panelle
per esempio).
Tornando
agli influssi storici, e' agli Arabi che si deve l'introduzione
degli agrumi, dello zucchero, della cannella e dello zafferano,
oltre a quella del riso che qui ha avuto modi di cottura
ed utilizzi diversi da quelli del nord, ma diffusione altrettanto
capillare, basti pensare alle arancine (con
ripieno di ragout di carne e piselli o di prosciutto e formaggio),
una sorta di emblema della cucina isolana, spesso il primo
incontro gastronomico in occasione di un viaggio in Sicilia.
Il
pesce, come ovvio, e' proposto con ricchezza di preparazioni
e di varieta'; tra di esse anche per il posto che da sempre
occupa nella tradizione popolare merita rilievo il tonno,
ma ovunque vengono proposte sarde e alici,
mentre lo spada e' piu' tradizione del messinese.
Particolari le preparazioni alla ghiotta (cipolle,
olive, capperi e pomodoro) e nel trapanese il cuscusu,
versione isolana del cuscus di origine magrebino realizzato
appunto con pesce.
Attenzione
particolare merita la pasticceria che in Sicilia fa parte
delle abitudini quotidiane, il suo profumo e' nell'aria
come quello delle piante odorose (rosmarino, finocchietto
selvatico, origano, nepitella) che si incontrano lungo il
viaggio.
I
DOLCI IDEATI NEI CONVENTI - basti pensare alla variopinta
frutta martorana, che prende il nome dall'omonimo
monastero palermitano - hanno piacevolmente invaso l'isola.
Cannoli, cassate, pignoccata,
biancomangiare o il tradizionale gelo
di "melone" (gelatina di anguria) sono i piu' diffusi,
ma ogni provincia e' ricca di novita' e sorprese. Non si
possono poi ricordare i gelati e le granite,
prodotti squisiti dell'abilita' artigiana, ma priuma ancora
abitudini, riti che parlano di altre dimensioni del tempo.
E' considerato un obbligo, nelle giornate estive, offrire
all'ospite una granita di caffe', di limone o di mandorle,
ma la letteratura parla di raffinatezze quali la granita
di gelsomino consumata dai fratelli Piccolo nel loro rifugio
di Cala Novella.
I
vini dell'isola erano considerati un tempo solo da taglio,
ma oggi, anche se non tutti hanno raggiunto la rinomanza
del liquoroso marsala, vini da tavola e a
denominazione d'origine quali l'Alcamo, l'Etna
rosso, il Corvo o il Regaleali
riservano attimi di intensa piacevolezza. Tra i vini da
dessert oltre al citato marsala vanno ricordati il Moscato
di Noto, il Passito di Pantelleria
e la Malvasia delle Lipari.
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TOUR
FOTOGRAFICO
ARTICOLI
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NASCE IL
CACIOCAVALLO RAGUSANO
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Colazione o per dessert LE
GRANITE - passione siciliana
INTERVISTA
CON PIERO SELVAGGIO, modicano, ambasciatore della
cucina italiana nel mondo.
Antica
Bettola dell'800
in
una grotta, nei pressi del Castello di Modica, Giuseppe
Lucifora ha ricavato un Museo di storia modicana dove si
possono gustare i succulenti piatti della vecchia tradizione
siciliana.
RICETTE
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Dolci
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