La
rete idrografica dell'isola è poco sviluppata per la scarsità
di precipitazioni. I corsi d'acqua del versante tirrenico,
pur essendo molto numerosi, sono di breve corso e a regime
torrentizio per la vicinanza della catena da cui hanno origine
al mare. Tra i principali si possono citare il Fiume Torto,
che ha origine nei Monti di Lercara e sfocia nelle vicinanze
di Termini Imerese e il Fiume Oreto che bagna la Conca d'Oro.
I
fiumi tributari del Canale di Sicilia sono di gran lunga
più importanti perchè possiedono bacini idrografici più
estesi ed hanno regime perenne anche se talvolta con scarse
portate. Da ovest verso est, citando solo i principali,
si incontrano il Fiume Belice. costituito da due rami dei
quali il principale si origina nei Monti di Corleone, il
Platani che sfocia presso Eraclea Minoa e il Salso o Imera
Meridionale che dalle Madonie scende fino al mare di Sicilia,
attraversando l'isola da nord a sud con un percorso di 144
km ed un bacino idrografico di oltre 2000 kmq.
Passando
al versante orientale e procedendo verso nord si incontrano
alcuni corsi d'acqua con discrete portate come il Tellaro
e l'Anapo, che sfocia presso Siracusa, così come lo storico
fiume Ciane che nasce dalle omonime fonti. Si passa quindi
al più importante sistema idrografico dell'isola costituito
dal Gornalunga, dal Dittaino, che scende dai Monti di Leonforte,
e dal Simeto che nasce dalle pendici meridionali dei Nebrodi
e raccoglie le acque dei versanti occidentale e meridionale
dell'Etna. L'importanza di questi fiumi è legata alla loro
abbondaza di acqua che consente una razionale irrigazione
della fertile Piana di Catania, dove scorrono per i loro
tratti terminali. A nord dell'Etna scorre l'Alcantara che
incide le pendici settentrionali del vulcano con le note
gole (si veda alla voce Gole dell'ALCANTARA). Dalla catena
peloritana infine hanno origine numerose fiumare a carattere
stagionale con caratteristiche simili ai torrenti dei versante
tirrenico.
La
Sicilia è praticamente priva di laghi naturali importanti:
frequenti sono invece i bacini artificiali nelle zone montane.
Lungo
le coste si incontrano con una certa frequenza stagni salmastri,
detti bivieri o pantani che si formano alle spalle delle
dune costiere. Alcuni esempi sono osservabili nei litorali
dell'estrema propaggine meridionale dell'isola o presso
Capo Peloro. Molti di questi stagni sono stati bonificati
nel recente passato per consentire la coltura delle poche
aree pianeggianti.
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