Il
vulcanismo in Sicilia ha radici antiche e straordinarie
manifestazioni ancora attuali. Come in ogni grande zona
strutturale della crosta terrestre, anche qui esso si presenta
con peculiari caratteristiche di attività e di chimismo
dei prodotti eruttati, in relazione alle differenti condizioni
geologiche. In altre parole i tre distretti vulcanici dell'isola
(Etna, Eolie e Canale di Sicilia), attraverso il tipo di
magma emesso e le modalità di eruzione, riflettono i fenomeni
profondi di fusione localizzata della crosta o del mantello
terrestre, rivelando importanti informazioni sui contesto
geodinamico che dà luogo ai fenomeni vulcanici stessi.
Attività
dei Vulcani - L'attività vulcanica, cioè il processo
di risaiita di magmi e gas nella crosta terrestre e l'emissione
di questi prodotti in superficie e nell'atmosfera, viene
classificata in base alla tipologia del fenomeno eruttivo.
Se ne riconoscono tradizionalmente quattro tipi - pliniana,
hawaiiana, stromboliana, e vulcaniana - che negli ultimi
due casi prendono il nome da vulcani siciliani ove il fenomeno
è stato osservato per la prima volta. Le eruzioni stromboliane,
pecvliari del Vulcano Stromboli, sono caratterizzate da
attività persistente moderatamente esplosiva, intervallata
da periodi di inattività di durata variabile. Le eruzioni
consistono in fontane di lava di altezza che può raggiungere
centinaia di metri con espulsione di lava a brandelli e
scorie associata ad emissioni di gas e periodici efflussi
iavici. Le eruzioni vulcaniane, osservate per la prima volta
a Vulcano nel 1888. sono caratterizzate da emissione di
flussi lavici associati a colate piroclastiche ed emissioni
di ceneri e scorie. Esse sono anche definite idrovulcaniche
perchè iniziano con un'interazione fortemente esplosiva
del magma con le acque sotterranee.
Prodotti
dell'attività vulcanica - Durante le eruzioni vulcaniche
vengono emessi tre principali prodotti: le lave, i piroclasti
ed i gas.
Le lave sono costituite da un liquido magmatico con cristalli
solidi in sospensione. Risalendo in superficie, esse si
raffreddano e solidificano dopo un percorso più o meno lungo
sui fianchi dei vulcano. In funzione della loro viscosità
e dell'ambiente di deposizione, esse assumono morfologie
diverse e danno luogo a strutture particolari. Lave fluide
formano colate a superficie liscia che spesso diventa corrugata
in prossimità di ostacoli che ne rallentano il deflusso
(lave a corde). Al contrario, lave viscose hanno superficie
accidentata e scoriacea e tendono a defluire con difficoltà,
frantumandosi in blocchi. Entrambe le strutture possono
essere comunemente osservate sulle pendici dell'Etna. Qui
si possono anche vedere i tunnel di lava, vere e proprie
condotte sotterranee in cui la crosta superficiale di lava
si è solidificata, mentre, all'interno, alla fine dei flusso
lavico, si è conservata la geometria cava. Se le lave fluide
vengono eruttate in ambiente sottomarino, formano una struttura
detta a cuscino o pillow, costituita da ammassi sferici
con crosta vetrosa per il repentino raffreddamento e struttura
interna radiale. Lo stadio finale di raffreddamento di una
lava può dare luogo, per contrazione, a fessurazioni colonnari
della colata che assume l'aspetto di un insieme di colonne
addossate con sezione poliedrica regolare. Questa struttura
si incontra nei dintorni dell'Etna, alle Gole dell'Alcantara
(si veda alla voce) ed ai Faraglioni dei Ciclopi (si veda
ACI CASTELLO).
I
depositi plroclastici (o tephra) vengono emessi durante
le eruzioni esplosive e sono costituiti da litici, cristalli
e juvenili. I litici sono frammenti che derivano da rocce
preesistenti coinvolte nell'eruzione. I cristalli sono le
parti solide contenute nei magma. Gli Juvenili (il magma
vero e proprio solidificato) si dividono in ceneri, lapilli
e bombe in base alla loro dimensione. Questi ultimi due
contengono un'alta percentuale di gas che, a seconda dei
tempo di raffreddamento, ha modo di essere liberato in quantità
differenti. Se il frammento si raffredda velocemente, dà
origine a prodotti densi, quali l'ossidiana e i vetri. Se
al contrario. il frammento ha lunghi tempi di raffreddamento,
il gas ha modo di fuoriuscire conferendo al blocco il tipico
aspetto spugnoso delle pomici e delle scorie. I depositi
piroclastici vengono distinti in tre categorie principali
in funzione delle modalità di deposizione: depositi di caduta,
colate piroclastiche e surges piroclastici. Nei depositi
di caduta i frammenti ricadono ai suolo con traiettoria
balistica, come veri e propri proiettili. Le colate piroclasttche
(o nubi ardenti) sono costituite da materiale in sospensione
in nuvole di gas molto denso e ad elevata temperatura, che
scorrono lungo i fianchi del vulcano con velocità che possono
sfiorare i 300 m. al secondo. Una volta depositate queste
colate possono dare origine alle cosiddette ignimbriti (la
roccia sotto la quale, ad esempio, si trovano i resti di
Pompei). I surges piroclastici sono flussi turbolenti di
gas a bassa densità di materiale in sospensione e si verificano
in seguito all'esplosione vulcanica in genere associata
ad interazioni tra magma e acque sotterranee.
I gas vulcanici vengono emessi in grande quantità
durante le eruzioni, ma possono talvolta costituire il prodotto
esclusivo dell'attività vulcanica. L'Etna e Vulcano, ad
esempio, possiedono una intensa attività fumarolica senza
emissione di altri prodotti. Il gas vulcanico prevalente
è il vapore acqueo associato ad anidride carbonica, idrogeno
e fumi di zolfo (solfatare). Le fumarole e le attività termali
sono collegate al raffreddamento dei magmi in profondità.
I
DISTRETTI VULCANICI DELLA SICILIA
Distretto
vulcanico delle isole Eolie - L'Arco eoliano si estende
per circa 200 km nel Tirreno meridionale ed è costituito
da otto isole emerse (le Eolie a cui si aggiunge Ustica)
e da numerosi vulcani sommersi (seamount). L'isola di Lipari
è la più complessa dal punto di vista geologico poichè qui
si sono sovrapposte più fasi eruttive. L'attività più antica
ha interessato la parte nord-occidentale dell'isola. Tra
60000 e 40000 anni fa ha avuto luogo l'eruzione dei Monte
S. Angelo. Una fase vulcanica più recente, tra 40000 e 15000
anni fa, è stata caratterizzata dalla costituzione delle
cupole di Monte Giardina e Monte Guardia associata a depositi
di pomici di caduta pirociastica. L'ultima fase, che risale
a tempi storici (VI-VIII sec. a.C.), ha costituito il cono
di pomici del Monte Pilato e le colate di ossidiana di Rocche
Rosse e di Forgia Vecchia. L'isola di Vulcano ha iniziato
la sua attività con la formazione della Caldera del Piano
al cui interno sono poi cresciuti gli edifici vulcanici
della Fossa (o Gran Cratere) e di Vulcanello. L'isola di
Stromboli è costituita da numerosi edifici vulcanici sovrapposti,
sviluppatisi negli ultimi 100000 anni. Attualmente le bocche
eruttive, variabili in numero e posizione, si aprono a circa
700 m di quota alla sommità della Sciara del Fuoco, imponente
pendio delimitato da due creste dette Filo del Fuoco e Filo
di Baraona. Al largo della costa nord-orientale di Stromboli,
a circa 1,5 km. sorge dal mare il neck di Strombolicchio.
Questo scoglio, alto oltre 40 metri, è ciò che rimane di
un condotto vulcanico dell'apparato più antico dell'isola.
Il
monte Etna - L'Etna è il maggiore vulcano attivo d'Europa
con i suoi oltre 3300 m di altezza ed un diametro basale
di circa 40 km. L'attività vulcanica ha inizio 700-500000
anni fa con intrusioni magmatiche sottomarine nella zona
di Acicastelio ed effusioni laviche subaeree nei pressi
di Paternò. Negli ultimi 100000 anni l'asse eruttivo migra
verso ovest costituendo almeno sei principali edifici vulcanici
sovrapposti con emissione di magmi appartenenti alla serie
alcalino-sodica. L'aspetto attuale del vulcano è il risultato
di un evento esplosivo che risale a circa 14000 anni fa
con la formazione della caldera del Cratere Ellittico. L'Etna
ha quattro crateri sommitali attivi (Cratere di Sud-Est,
Bocca Nuova, Voragine. Cratere di Nord-Est), tre zone principali
di frattura disposte a raggio e numerose bocche eccentriche
(circa 250). L'attività storica è consistita in un degassamento
continuo dai crateri sommitali associato a fenomeni stromboliani
e pliniani, dei quali il più violento è avvenuto nei 122
a.C. Le maggiori quantità di lava sono state emesse anche
in tempi recenti dalle bocche eccentriche.
Distretto
vulcanico del canale di Sicilia - Nel Canale di Sicilia
sono presenti due isole di origine vulcanica (Pantelleria
e Linosa) e numerosi vulcani sottomarini. Il vulcanismo
in quest'area è collegato al rift continentale (cioè alla
struttura lineare di disgiunzione) che separa la Sicilia
dalla Tunisia. Gli ultimi episodi vulcanici registrati sono
avvenuti nel 1831 con la formazione dell'isola Giulia, attualmente
sommersa, 50 chilometri a nord-est di Pantelleria, e nel
1891 sul fondale marino, a circa 7 km a nord-ovest di Pantelleria.
Sull'isola di Pantelleria l'attività vulcanica è iniziata
con una prima fase tra 325000 e 50000 anni fa con la formazione
della caldera La Vecchia: la seconda fase inizia 50000 anni
fa con la deposizione deli'ignimbrite del Tufo Verde che
ricopre interamente l'isola. Per le sue caratteristiche
particolari la roccia vulcanica osservata a Pantelleria
prende il nome di pantellerite.
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